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.…tutto nacque negli Stati Uniti. I primi esempi di filmati pornografici risalgono ai primi anni del cinema.
Solo nel corso della seconda metà del XX secolo, la pornografia si è diffusa in modo da diventare, in particolare nel corso degli anni settanta, un vero e proprio genere del grande schermo nelle sale cinematografiche. Già all’ inizio della nascita del cinema i produttori s'accorsero del potenziale commerciale di questo genere, ma la legge vietava la produzione e distribuzione di pellicole a contenuto pornografico in tutto il mondo. Persone facoltose finanziavano segretamente la produzione di pellicole porno che venivano acquistate e rivendute all'interno di una cerchia ristretta di ricchi appassionati del genere: donne di salotto e uomini facoltosi potevano riunirsi nei saloni delle loro ville e vedere di nascosto le pellicole pornografiche con attori in tutta la loro naturalezza, allora non esistevano ritocchi sul set. In Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Svezia e Stati Uniti d'America, le prime pellicole pornografiche, caratterizzate da inquadrature in primo piano dell'atto sessuale, furono girate già ai primi del Novecento. La produzione pornografica diventò un affare importante per la criminalità organizzata soprattutto negli Stati Uniti: le autorità, tuttavia, riuscirono a contenere il fenomeno solo fino alla seconda guerra mondiale.
Con il passare del tempo, infatti, il mercato divenne così florido che i fuorilegge potevano promettere lauti compensi a chi collaborava e in particolar modo alle interpreti che, spesso, erano prostitute di lusso, note in certi ambienti di potere. L'altra decisiva e grande spinta alla produzione della cinematografia porno venne dai movimenti hippy. Da tale ambiente di contestatori, attivo soprattutto in California (soprattutto a Los Angeles e San Francisco), provengono i fratelli Jim Mitchell e Artie Mitchell, i primi produttori di film pornografici e amici di Ted Kennedy, Candida Royalle, attrice e produttrice di film pornografici e Larry Flynt, editore e cineasta.
Le autorità della California si resero conto che ormai l'industria cinematografica di Los Angeles considerava il genere pornografico importante per il suo valore non solo commerciale, ma anche culturale e politico. Lo stato della California, dunque, legalizzò nel 1970 la produzione e la distribuzione di pellicole pornografiche: da allora Los Angeles è stata ed è ancora il CENTRO DI PRODUZIONE MONDIALE più organizzato per la realizzazione di pellicole, videocassette, dischi digitali e la qualità di tali prodotti viene apprezzata anche da registi che non girano pellicole di questo genere.
Il primo mediometraggio pornografico, della durata di meno di un'ora, a essere distribuito legalmente negli Stati Uniti fu “Mona”: girato nel 1970. Diretto da Bill Osco e Howard Ziehm, con i ricavi ottenuti dalla sua distribuzione fu finanziato il film “Flesh Gordon”.
Nel 1972 venne realizzato “Gola profonda” con Linda Lovelace, che è tuttora uno dei film del genere più noti al pubblico. Alcuni critici sostengono che il miglior film pornografico di tutti i tempi sia “The Opening of Misty Beethoven”, noto anche come “Misty Beethoven”: pellicola del 1976, diretta da Radley Metzger, fu girata in parte a Roma.
È difficile stabilire quale sia stato il primo film pornografico destinato alle sale cinematografiche realizzato in Italia. Molto viva era infatti l'abitudine di girare in versione soft lavori che poi venivano realizzati in versione hard nelle copie destinate all'estero (già nei primi anni settanta).
Un celebre caso di tale usanza è costituito dal film “Emanuelle in America”, di Joe d'Amato (pseudonimo di Aristide Massaccesi), che conteneva una scena hard girata da Marina Lotar.
Uno dei primi film girati in Italia in versione hard e circolato nelle sale cinematografiche nazionali è “Sesso nero”, del 1979, diretto da Joe D'Amato. Questo particolare non deve stupire più di tanto, perché all'epoca era frequente la contiguità di chi operava (o aveva operato) nel cinema "normale" e in quello hard, al punto che in queste pellicole si trovava a lavorare (quasi sempre in scene non pornografiche, e anche all'oscuro del fatto che tali scene sarebbero state girate e montate) anche più di un caratterista di non trascurabile notorietà.
Il primato può essere anche attribuito al film “I porno amori di Eva”, di Giorgio Mille, le cui scene di sesso esplicito erano assai limitate. A rendere più complessa la questione, il fatto che, per timore di sequestri, le pellicole venivano proiettate con scene più o meno esplicite a seconda della località. Posso affermare che fino al 1978 i film erotici (quali “Ultimo tango a Parigi” o “L'impero dei sensi”) e pornografici venivano proiettati nelle normali sale. Perciò avveniva che persone ingenue entrassero a vedere questi film senza conoscerne il reale contenuto e che conseguentemente denunciassero le pellicole per oltraggio al pudore.
Nel 1978 al Parco Lambro di Milano nacque il primo cinema "a luci rosse" d'Italia. La soluzione di cinema riservati a questo tipo di film, con annunci a chiare lettere all'esterno che si proiettavano film vietati ai minori, fu la soluzione accettata dalla censura.
Per un decennio, prima della diffusione delle videocassette e poi dei DVD, questo tipo di cinematografi ebbero grande diffusione, dando uno sbocco alle sale (soprattutto di "seconda visione"), che altrimenti, a causa della nascita delle televisioni private, sarebbero state costrette a chiudere.
Parallelamente al cinema a luci rosse venivano fatti spettacoli hard e di qui il primo spettacolo pornografico destinato al grande pubblico in Italia è stato “Curve deliziose” del 1986 in cui ero protagonista insieme a Moana Pozzi e Malù-Ramba.
26/09/2018